Un'animatrice speciale. Intervista a Barbara Di Natali
Dopo aver frequentato con successo il corso per Animatore socioeducativo, Barbara Di Natali ha iniziato a lavorare per l’associazione L’Altra Città e per i suoi soci. L’abbiamo incontrata per conoscere meglio il suo lavoro e il suo punto di vista sull’attività di volontariato.
– Qual è stato il percorso che ti ha portato all’Associazione L’Altra Città?
Ho frequentato il corso di Animatore socioeducativo dell’agenzia formativa dell’associazione L’Altra Città nel 2015, e posso dire di essere arrivata qui perché sentivo di voler “ufficializzare” una propensione per la dimensione sociale e per l’aiuto all’altro. In questa direzione vanno per esempio il tirocinio fatto a contatto con gli immigrati, in una struttura di accoglienza per donne gestita dalla Cooperativa Solidarietà è Crescita.
– Di cosa ti stai occupando in questo momento?
Sto lavorando con i ragazzi immigrati ospiti delle strutture di accoglienza della Cooperativa, in un paio di progetti. Uno, in svolgimento già da due mesi, riguarda un laboratorio di falegnameria, dove siamo affiancati da una figura professionale. Due ragazzi, che avevano già svolto quest’attività nel loro paese di origine, imparano a lavorare il legno. Il secondo è un laboratorio lingua italiana e coinvolge una quindicina di ragazzi immigrati. Alcuni di loro oltre a frequentare i corsi interni alla struttura frequentano anche la scuola di italiano (il che implica una maggiore conoscenza della lingua da parte loro). Con loro cerco attraverso attività didattiche soft (canzoni, giochi…), di insegnare l’uso corretto della lingua con particolare attenzione alle formule utili nella conversazione quotidiana. Di recente sono stata impegnata anche in un altro progetto, concluso da poco e promosso dal CNA, un percorso di accompagnamento che ha comportato a visita a sei officine artigiane, così che i ragazzi hanno potuto vedere come vengono svolti questi lavori in Italia. Un altro progetto concluso è stato il volontariato con i ragazzi immigrati minorenni presso la casa di accoglienza.