Ricordi di Dino Campana. Poeta. Pazzo. Una serata di poesia e solidarietà

Un vibrante Vinicio Marchioni è Dino Campana, uomo prima che poeta, nella sua più lunga ora di vita, forse l’ultima, al termine di un lungo soggiorno in manicomio. L’autore più amato da Carmelo Bene narra la sua vita, le incredibili avventure, la genesi della sua poesia e il tempestoso rapporto sentimentale con la poetessa Sibilla Aleramo, qui incarnata da Milena Mancini.  Avvolti dalle musiche di Ruben Rigillo per dire a tutti che solo la poesia salverà il mondo. Diretto e interpretato da Vinicio MARCHIONI Con Milena Mancini e Ruben Rigillo. I proventi della serata verranno destinati al Progetto India nel Villaggio di Madaplathuruth (Kerala) dove da 15 anni i volontari dell’associazione L’Altra Città Nel Mondo operano con le adozioni a distanza, l’assistenza ai disabili, la costruzione di case. L’Opera è interamente devoluta dagli Attori a sostegno di tale progetto.

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Questo non è un congedo – Lettera aperta del presidente

Pubblichiamo la lettera aperta con la quale Simone Giusti, presidente dell’Associazione L’Altra Città, nell’augurare buona fortuna al futuro gruppo dirigente annuncia a tutti i soci, ai volontari, agli operatori, agli amici e sostenitori de L’Altra Città una notizia significativa, la propria decisione di candidarsi alla carica di consigliere comunale della città di Grosseto.
Ai soci, ai volontari, agli amici e alle amiche dell’associazione L’Altra Città Cari, care,
come molti di voi sanno sono approdato all’Altra Città nel 1999, al mio ritorno a Grosseto, per riprendere un’attività di volontariato intrapresa nel 1985 con il nascente Centro di Solidarietà (Ce.I.S., uno dei soci fondatori dell’Altra Città). Si è trattato dapprima  di un incontro tra vecchi amici, che si è trasformato rapidamente in un progetto culturale fondato sull’idea che in certi luoghi, nei margini e nelle periferie delle nazioni e delle città, possano prendere forma idee, strumenti e competenze in grado di produrre cambiamenti significativi nel tessuto sociale e nell’immaginario delle persone. Nel 2003, insieme a Andrea Caldelli e poi con Anna Lisa Fumi, Fabio Corti e Fabio Sciarretta, a cui si è aggiunta poi Sara Pellegrini (ma molti sono coloro che ci hanno accompagnato per alcuni tratti di strada e che ancora oggi ci sono vicini), abbiamo creato l’agenzia formativa, che ho diretto fino al 2008 e che oggi è un punto di riferimento sicuro per chiunque si occupi di formazione professionale e di orientamento nella nostra città. Poi è nato il settore Ricerca e Sviluppo, che ancora seguo personalmente insieme ad altri ricercatori e studiosi di varie parti d’Italia. Abbiamo realizzato molti convegni, tra cui ricordo solo le varie edizioni di “Le storie siamo noi”, collane editoriali con editori di grande prestigio come Erikson, Liguori, Pensa, e poi ricerche, articoli, pubblicazioni.

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Se i migrantes aiutano gli altri: volontari alla mensa della Caritas

 

Questo il titolo di un bell’articolo di Alberto Celata apparso su «La Nazione» di sabato 7 maggio, a proposito del progetto portato avanti congiuntamente da Caritas e Solidarietà è Crescita: quello di cambiare in maniera diametrale la maniera di percepire la “questione migranti”, nella visione della comunità di arrivo, e prima ancora in quella che loro hanno di se stessi. Parliamo ancora di integrazione, della difficoltà di fare fronte a un fenomeno complesso e composto di molte sfaccettature. È indubbio che l’opinione pubblica sia abituata a considerare il flusso e l’inserimento dei “migrantes” nella società come un fatto problematico, ma è altrettanto legittimo provare a visualizzare il fenomeno dal punto di vista dei suoi protagonisti: disorientamento, difficoltà a rimettere assieme le fila di un discorso organico sulla propria vita sono realtà purtroppo estremamente diffuse.

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Rave della Sostanza, una giornata dedicata all’accoglienza

Rave, la bestia nera di tanti genitori. E anche di tanti giovani che, dopo le false partenze, gli errori e le conquiste delle generazioni precedenti, sono finalmente arrivati a definire un proprio sistema di valori abbastanza coerente, nel quale: “le feste, la musica, i locali sì, i rave, NO”.

Ma per Claudia Francardi e Irene Sisi, fondatrici dell’Associazione Amicainoabele, un rave è proprio il punto di partenza: quello a causa del quale il figlio di Irene aggredì due appuntati dei Carabinieri, a Sorano, causando la morte del marito di Claudia. Ecco perché “Rave della sostanza – Una giornata dedicata all’accoglienza” può rappresentare un esempio pratico di come si possa trasformare qualcosa di notoriamente pericoloso e non controllato in un momento di condivisione e pace. L’evento, organizzato in collaborazione con Legambiente-Festambiente di Grosseto, si svolgerà, nella sua prima edizione, il prossimo 24 aprile a Rispescia, all’ex Enaoli, nel Parco regionale della Maremma, da anni sede di Festambiente, e riunirà persone che come Claudia e Irene credono che la giustizia riparatrice e la riconciliazione siano vie praticabili attraverso l’incontro e la comprensione reciproca.

«L’Associazione Amicainoabele è nata per far conoscere la nostra storia e il nostro percorso – ha commentato Claudia Francardi. – Con il “Rave della sostanza” vogliamo mandare il messaggio che col dialogo e l’accoglienza due mondi opposti possono stare nello stesso spazio vitale». I mondi opposti naturalmente sono quelli delle vittime e dei colpevoli, e si possono avvicinare, secondo Irene, che aggiunge: «Bisogna lavorare sulle proprie fragilità. Con la nostra piccola esperienza, che può essere anche grande, vogliamo mostrare che ce la possiamo fare». Difficile per molti reagire a un fatto di tale portata tragica in maniera così calibrata e propositiva: eppure le due donne hanno avviato un dialogo amichevole per promuovere e diffondere la cultura dell’accoglienza con l’esempio.

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Anime sospese, un libro sulle voci dei migranti

copertina del libro

Racchiudere in un libro i pensieri, le voci, le esperienze di chi molto spesso ha difficoltà ad essere ascoltato: sia perché vive in situazioni borderline, sia perché nella maggior parte dei casi non padroneggia a sufficienza una lingua diversa dalla sua. Chi sono queste persone, cui Clelia Pettini, giornalista e autrice, decide di dedicare il libro Anime sospese (Effigi, 2016)?

Parliamo di migranti, una categoria di persone sulla quale ricade molta attenzione ultimamente, proprio perché rappresenta una delle più urgenti problematiche che la nostra epoca si trova a far fronte: concetti come quello di accoglienza, di integrazione, di coesistenza tra culture, e prima ancora di solidarietà – nel senso vero e proprio di aiuto materiale – muovono alla riflessione e alla ricerca di soluzioni un grande numero di persone e di associazioni.
Il fenomeno migratorio che stiamo vivendo è complesso, e destinato a modificare profondamente la nostra idea del mondo: Clelia Pettini raccoglie nel suo libro le voci e le testimonianze di alcuni dei protagonisti di questa storia, raccontando fatti, ricordi, esperienze che ci portano a interrogarci sulle luci e le ombre di un modello di accoglienza che sta ancora sperimentando le proprie possibilità.

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