L’ALTRA CITTÅ – IN EVIDENZA |
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5 per mille Vi invitiamo a sostenere tali attività FIRMANDO nel riquadro destinato alle ONLUS e inserendo il codice fiscale dell’organizzazione scelta Per tutte le informazioni clicca qui. |
LA QUESTIONE SOCIALE A GROSSETO: PROSPETTIVE E PROPOSTE
A cura di ENZO CAPITANI
In questi ultimi mesi noi cittadini grossetani abbiamo avuto modo di riflettere sulla situazione sociale della nostra comunità. Sono stati molti, infatti, gli episodi che hanno portato alla luce un disagio sociale che sembra crescere progressivamente e che, soprattutto, sembra manifestarsi in modo purtroppo sempre più clamoroso.
In particolare, in questi ultimi mesi abbiamo avuto modo di sperimentare sulla nostra pelle due fenomeni che, se non affrontati con la dovuta energia e lucidità, rischiano di far precipitare la situazione: la diminuzione delle risorse per le politiche sociali e la mancanza di coordinamento nella gestione delle risorse pubbliche e private.
Di fronte a questi fenomeni riteniamo necessario assumere un atteggiamento costruttivo, teso a superare alcuni limiti strutturali delle politiche sociali così come sono state concepite nel Novecento e, per così, dire, a fare di necessità virtù. È proprio nei momenti di crisi, infatti, che occorre trovare soluzioni creative e innovative. Ma per avere idee buone, e per renderle operative, occorre creare un contesto favorevole alla loro nascita e al loro sviluppo.
EMERGENZA “CASA”: I SERVIZI DI ACCOGLIENZA ALLOGGIATIVA DE L’ALTRA CITTÀ
A cura delL’ASSOCIAZIONE LE QUERCE DI MAMRE
I recenti episodi di cronaca hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica, se mai ce ne fosse stato bisogno, la questione dell’emergenza abitativa. Negli ultimi dodici mesi, a seguito della crisi economica che ha colpito principalmente il settore edile (che finora ha calmierato il tasso di disoccupazione provinciale, assorbendo manodopera immigrata e non), sono quadruplicati i casi di sfratto esecutivo e di conseguenza si è creato uno stato di tensione alimentato da un lato, dal disagio manifestato da coloro che trovatisi per strada hanno deciso di rivendicare i propri diritti di cittadinanza (in primo luogo il diritto alla casa), dall’altro, dalla difficoltà da parte degli enti pubblici di trovare soluzioni efficaci ad una fenomeno in costante crescita.
Preso atto che il problema non può essere risolto dalle sole strutture pubbliche (l’emergenza abitativa locale è ormai al collasso e le limitate risorse a disposizione non vengono sempre impiegate in maniera efficace), è necessario pertanto ragionare in un’ottica che non sia quella meramente emergenziale quanto piuttosto avviare un’interlocuzione paritaria tra pubblico e privato sociale con l’obiettivo di programmare interventi sulla base delle risorse presenti sul territorio (siano esse pubbliche che del privato sociale). In tal senso, l’associazione L’Altra Città attraverso la fondazione L’Altra Città e l’associazione Le Querce di Mamre Onlus offre il proprio contributo in termini di offerta alloggiativa rispetto a due target bene definiti.
R3 – AVVIATA LA GESTIONE DELLE ATTIVITÀ PROGETTUALI CON L’ESCLUSIVO APPORTO DI RISORSE UMANE VOLONTARIE
A cura dI FABIO SCIARRETTA
Le famiglie sostenute in questo anno e mezzo risultano composte da una media di 3,5 persone (la famiglia più numerosa è composta da 7) con figli di età compresa tra gli 9 mesi ed i 23 anni. Si tratta nella maggior parte dei casi di situazioni dove i genitori non lavorano (o lavorano saltuariamente in nero) o dove, se almeno uno dei due lavora, lo stipendio non è sufficiente per il sostentamento della famiglia perché devono sostenere la spesa mensile dell’affitto o devono far fronte ai debiti accumulati precedentemente (soprattutto bollette arretrate). Spesso il padre che ha perso lavoro non può contare neanche sulla disoccupazione perché impiegato in nero o con contratti “particolari” (praticamente nulli). Alcune situazioni sono prossime allo sfratto, altre vivono in case del Comune con affitto minimo (praticamente simbolico).
VOLONTARIATO…IN PERIFERIE
A cura di SARA PELLEGRINI
Il corso ha avuto una durata di 50 ore e ha coinvolto 16 partecipanti motivati ad intraprendere attività di volontariato in contesti a forte rischio di emarginazione sociale attraverso la realizzazione di interventi di animazione e di sviluppo locale. L’intervento formativo si è articolato come un percorso di ricerca-azione diviso in due momenti formativi: una prima parte in aula volta all’acquisizione dei principali strumenti di progettazione partecipata e di animazione locale; una seconda parte in cui i corsisti hanno avuto l’occasione di fare esperienza diretta e concreta di come organizzare in “modo artigianale” interventi cercando di rendere protagonisti i destinatari stessi dell’azione progettuale e valorizzandone le competenze in riferimento al loro ambiente di vita.
PER I SOCI E I VOLONTARI |
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