La giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia

Una lettera aperta ai dirigenti scolastici della Toscana

Gentile Dirigente,

con riferimento alla Nota inviataLe dal Ministero dell’Istruzione il 5 maggio u.s. con oggetto “17 maggio – Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”, prot. n.1211.05-05-2022 e al successivo messaggio inviato dal presidente dell’associazione “Family Day Difendiamo i nostri figli” al fine di scoraggiare o inibire iniziative sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nell’ambito dei principi nazionali e internazionali, mi preme esprimere a Lei e a tutto il corpo docente il pieno sostegno dell’associazione L’Altra Città, per conto della quale mi permetto di auspicare che questa Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (17 maggio 2022) sia l’occasione per ribadire il contributo fondamentale e necessario della scuola nella realizzazione e applicazione dei principi costituzionali, per far sì che tutti i cittadini abbiano pari dignità sociale e siano eguali davanti alla legge, «senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali», che prosegua il suo ultradecennale lavoro di rimozione di quegli «ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese» (art. 3 della Costituzione).

Il Ministero dell’Istruzione ha sollecitato i docenti e le scuole di ogni grado, nell’ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa, «a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali» proprio nell’ambito di questa Giornata internazionale, a segnalare e ribadire l’esigenza di affrontare, nell’ambito della propria offerta formativa curricolare – che non deve quindi essere in alcun modo «ampliata» –, i temi dell’omofobia, della bifobia e della transfobia.

L’Unione Europea ha ribadito, in occasione della giornata internazionale dello scorso anno, il suo «impegno a rispettare, proteggere e promuovere il pieno ed equo esercizio dei diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI)» e a «lottare contro la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere», in modo da garantire a tutti «il diritto alla libertà di essere se stessi e di amare» (Comunicato del 16 maggio 2021).

Preoccupa in modo particolare il riferimento all’«ideologia gender» e la preoccupazione manifestata per l’introduzione nelle scuole di «concetti e visioni discutibili e divisivi come: identità di genere, identità fluida, transizione di genere, carriera alias, utero in affitto, famiglie “omogenitoriali”, e comunque la sfera dell’affettività sessuale o altri altri temi che lambisca sensibilità non condivise in ambito familiare» (Arduino Aldo Ciappi per Ass.ne “Family Day – Difendiamo i nostri figli” – Regione Toscana, lettera del 13 maggio 2022). 

Si ricorda, se necessario, che la cosiddetta «ideologia gender» si basa proprio su omofobia e antifemminismo ed è nata in specifici ambienti politici e religiosi allo scopo difendere una specifica idea di famiglia tradizionale eterosessuale, senza alcuna attenzione agli esseri umani che la compongono e ai diritti degli individui. La scuola repubblicana ha semmai il dovere – previsto esplicitamente dalle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo – di formare studenti che siano in grado «di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità, le situazioni di vita tipiche della propria età, riflettendo ed esprimendo la propria personalità in tutte le sue dimensioni». Si tratta di un compito impegnativo, non compatibile con la censura, con l’oscurantismo, né tantomeno con gli interessi di gruppi sociali che, senza avere il coraggio di rivendicare la propria legittima diversità, pretendono di imporre a tutte e a tutti i loro stili di vita e le loro ideologie.

Inoltre, ritengo importante sottolineare il pieno sostegno e la solidarietà a docenti e dirigenti che, nello spirito del dettato costituzionale, si prendono cura della libertà di insegnamento (art. 33 della Costituzione) e dell’autonomia funzionale delle scuole (art. 117), senza lasciarsi intimidire da indebite pressioni esterne da parte di soggetti privati di qualunque tipo.

Simone Giusti
Presidente dell’Associazione L’Altra Città