Il progetto Cabina di Regia

Guidare le persone verso il loro cambiamento.
L’esperimento della “cabina di regia”

Antonella Simone – Operatore Sociale “Cabina di Regia”

L’Altra Città opera da anni nei contesti di disagio socio-economico offrendo una pluralità di servizi attraverso le organizzazioni di volontariato di cui si compone, ognuna delle quali si caratterizza per uno specifico ambito di intervento (assistenza legale, emergenza alloggiativa, accesso al credito, sostegno alla spesa, ecc.).
L’incremento del numero delle persone in condizioni di disagio socio-economico e contestualmente la complessità delle situazioni che via via si presentano ai vari “sportelli” hanno tuttavia messo in evidenza la difficoltà delle associazioni socie de L’Altra Città di comunicare tra di sé ed offrire risposte integrate al bisogno con conseguente perdita di efficacia dell’intervento globale sulla persona (nonostante l’efficacia dei singoli interventi) e preclusione di processi di inclusione.

A questo proposito, dallo scorso gennaio L’Altra Città ha attivato un nuovo progetto che prevede la sperimentazione annuale di una “cabina di regia” cui affidare il compito di attivare e gestire in maniera coordinata gli interventi di contrasto all’emarginazione sociale al fine di offrire una risposta integrata a situazioni complesse ed perseguire pertanto percorsi di empowerment.

Come si può facilmente intuire dal titolo del progetto stesso, il ruolo dell’operatore sociale collocato in cabina di regia consiste nel guidare e seguire il percorso delle persone che si rivolgono all’associazione dal momento della rilevazione del bisogno alla conclusione dell’intervento.
L’operatore sociale rappresenta il punto di accesso ai servizi de L’Altra Città ed ha il compito di:

  • accogliere la domanda dell’utente e attivare le risorse offerte dalla rete interna (Avvocati per Niente, Microcredito, La Strada, Querce di Mamre, Fondazione Sasso di Maremma, AISE, Agenzia Formativa, ecc.) ed esterna (Servizio Sociale, Centro per l’Impiego, altre organizzazioni di volontariato, ecc.) a seconda dei bisogni rilevati (si veda immagine n. 1);
  • gestire le informazioni e coordinare i singoli interventi;
  • monitorare la situazione dell’utente attraverso incontri periodici;
  • predisporre e aggiornare schede di analisi in cui riportare la storia dell’utente, le azioni intraprese ed i risultati ottenuti;
  • accompagnare l’utente ai servizi territoriali;
  • promuovere incontri periodici di confronto con i servizi interni a L’Altra Città;
  • aggiornare la mappatura delle risorse (pubbliche e del privato sociale) presenti sul territorio.

Dall’inizio dell’anno ad oggi, la cabina di regia ha accolto 50 richieste provenienti perlopiù da famiglie e singoli individui (si veda tabella sottostante) che sono ricorsi ai servizi de L’Altra Città per più di una volta generando un numero di accessi pari a 70.

Tipologia utenza   n. utenti n. accessi
Nuclei familiari      
  Gennaio 11 15
  Febbraio 20 27
  Totale 31 42
Singoli individui      
  Gennaio 8 12
  Febbraio 11 16
  Totale 19 28

A fronte dell’analisi dei bisogni effettuata a conclusione dei colloqui conoscitivi, è emerso che gli interventi più frequenti nei confronti delle famiglie hanno interessato in larga parte il soddisfacimento di beni materiali di prima necessità (ad esempio capi di abbigliamento per i bambini e utensileria domestica reperiti attraverso la rete di volontari), ma anche richieste di informazioni ed orientamento ad altri servizi presenti sul territorio per questioni di natura economica (piccoli contributi per gestire le emergenze budgetarie), di accesso a progetti specifici (inserimento in R3 – Il progetto prevede la sperimentazione di un servizio di raccolta e distribuzione di prodotti alimentari, d’igiene personale e per la casa, altrimenti destinati a essere gettati e smaltiti in discarica. Il recupero di questi beni ancora utili e la distribuzione gratuita a famiglie a rischio povertà, è organizzato a partire dai prodotti scartati dal sistema della distribuzione commerciale, ma esteso alla comunità locale direttamente coinvolta nel dare un contributo in prodotti, in una sorta di responsabilità diffusa, inconsueta e innovativa rispetto ad esperienze analoghe realizzate. Le famiglie in situazioni di difficoltà economica potranno fare la spesa con notevole risparmio, accedendo in maniera gratuita a questo servizio presso il magazzino di stoccaggio dei prodotti. La spesa si basa su una lista di prodotti raccolti nei supermercati tra cui scegliere, aggiornata e diffusa settimanalmente. Il credito che le famiglie possiedono è espresso in punti che rappresentano il valore di ogni prodotto, una modalità che intende assicurare il rispetto delle persone che potranno scegliere generi e frequenza di spesa), di emergenza abitativa (supporto di famiglie a rischio sfratto) e occupazionale (colloqui ad indirizzo lavorativo). Per quanto riguarda i singoli individui, in questi primi due mesi si è rivolta alla cabina di regia un’utenza piuttosto eterogenea composta in prevalenza da persone adulte senza fissa dimora (residenti e non), stranieri prive di una qualunque rete familiare di riferimento, persone residenti che a fronte di crisi familiari e lavorative sono cadute in una situazione abitativa precaria, persone non residenti inviate da altri soggetti presenti nel territorio. In questo caso, gli interventi effettuati sono andati dal reperimento di oggetti materiali quali scarpe, coperte o sacchi a pelo, all’indirizzo verso soggetti pubblici e del privato sociale che offrono servizi in grado di dare una risposta alle esigenze emerse (accoglienza notturna, pacchi viveri, mensa, ecc.).

E’ difficile quantificare gli interventi che fino ad oggi sono stati portati a termine perché nella maggior parte dei casi le persone che accedono alla “cabina di regia” sono portatrici di una pluralità di problemi contemporaneamente che necessità di essere affrontata con una presa in carico globale (rispetto alla situazione multiproblematica present ata) ed integrata (rispetto alla rete sulla quale si può fare affidamento). Il fatto di dare una risposta ad un singolo problema, non è sinonimo di affrancamento dal disagio; tuttavia, rappresenta il primo passo verso il cambiamento.

 

 

 

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