Voucher regionali per disoccupati percettori di NASPI

Sai che se sei disoccupato/a da almeno 4 mesi puoi ottenere un voucher regionale per pagare la tua formazione e rientrare nel mercato del lavoro con una qualifica io con una o più certificazione di competenza?

CORSI DI QUALIFICA/CORSI PER LA CERTIFICAZIONE DI COMPETENZA (ADA)/CORSI PER LA FORMAZIONE OBBLIGATORIA: Voucher regionali per disoccupati percettori di NASPI

Allegato al presente articolo trovate il pdf dei corsi di formazione erogati dall’Altra Città che è possibile finanziare con il presente bando voucher.

Con Decreto Dirigenziale n. 4266 del 14.06.2016 la Regione Toscana ha emesso il bando per i voucher destinati ai disoccupati che da almeno 4 mesi percepiscono l’assegno di disoccupazione.

La data di scadenza per le domande è il prossimo 10 novembre 2016, a seguire fino ad esaurimento risorse: 10 gennaio, 10 marzo e 10 maggio 2017.

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Orientare con le storie. Intervista a Fabio P. Corti

Maestri, tutor, mentori: e si potrebbe andare avanti a lungo aggiungendo tutti i termini che hanno a che fare con l’educazione, perché sono tanti, ognuno recante una diversa sfumatura di significato ma tutti concorrenti a comporre nel nostro immaginario quell’idea di “figura di riferimento” così importante quando pensiamo al bisogno dei ragazzi di apprendere, assorbire, valori, comportamenti, nozioni, modalità di ragionamento. Senza arrivare a favoleggiare di quando esistevano Chironi che si votavano a istruire stuoli di Patrocli e Achilli, potremmo concentrarci su una figura professionale estremamente attuale, quella dell’orientatore. Ma “cosa fa” un orientatore? Ne abbiamo incontrato uno esemplare, e queste sono le sue riflessioni in merito. – Puoi descrivere la figura professionale dell’orientatore? Quali sono secondo te le competenze principali necessarie a svolgere questo lavoro?
L’orientatore è un professionista che lavora a contatto con persone che hanno bisogno di essere supportate nel mettere a fuoco le proprie competenze o la strada per raggiungere il proprio obiettivo professionale. Le competenze necessarie sono senza dubbio legate alla parte dell’ascolto ed alla comunicazione (saper ascoltare, saper comunicare), inerenti anche alla stimolazione di un’autoefficacia percepita dalle persone con le quali si trova a lavorare l’esperto di orientamento. Occorrono conoscenza del territorio e delle reti principali dove si possono ricercare risorse utili per il raggiungimento di obiettivi professionali differenti espressi dalle persone. Sono competenze che potrebbero essere collegate ed ambiti psicologici, ma non è così. L’orientatore è chiamato a supportare e stimolare non ad analizzare una persona, questo professionista accompagna la persona verso definizioni di scelta, non “costringe” a scegliere.

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Un'animatrice speciale. Intervista a Barbara Di Natali

Dopo aver frequentato con successo il corso per Animatore socioeducativo, Barbara Di Natali ha iniziato a lavorare per l’associazione L’Altra Città e per i suoi soci. L’abbiamo incontrata per conoscere meglio il suo lavoro e il suo punto di vista sull’attività di volontariato. – Qual è stato il percorso che ti ha portato all’Associazione L’Altra Città?
Ho frequentato il corso di Animatore socioeducativo dell’agenzia formativa dell’associazione L’Altra Città nel 2015, e posso dire di essere arrivata qui perché sentivo di voler “ufficializzare” una propensione per la dimensione sociale e per l’aiuto all’altro. In questa direzione vanno per esempio il tirocinio fatto a contatto con gli immigrati, in una struttura di accoglienza per donne gestita dalla Cooperativa Solidarietà è Crescita. – Di cosa ti stai occupando in questo momento?
Sto lavorando con i ragazzi immigrati ospiti delle strutture di accoglienza della Cooperativa, in un paio di progetti. Uno, in svolgimento già da due mesi, riguarda un laboratorio di falegnameria, dove siamo affiancati da una figura professionale. Due ragazzi, che avevano già svolto quest’attività nel loro paese di origine, imparano a lavorare il legno. Il secondo è un laboratorio  lingua italiana e coinvolge una quindicina di ragazzi immigrati. Alcuni di loro oltre a frequentare i corsi interni alla struttura frequentano anche la scuola di italiano (il che implica una maggiore conoscenza della lingua da parte loro). Con loro cerco attraverso attività didattiche soft (canzoni, giochi…), di insegnare l’uso corretto della lingua con particolare attenzione alle formule utili nella conversazione quotidiana. Di recente sono stata impegnata anche in un altro progetto, concluso da poco e promosso dal CNA, un percorso di accompagnamento che ha comportato a visita a sei officine artigiane, così che i ragazzi hanno potuto vedere come vengono svolti questi lavori in Italia. Un altro progetto concluso è stato il volontariato con i ragazzi immigrati minorenni presso la casa di accoglienza.

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