In una sanità come quella Italiana, dove ormai fanno notizia solo le tragedie e le storie di malasanità, non potevamo che schierarci a favore di chi lavora con passione nel mondo della salute e tutti i giorni dà il massimo, anche se non sempre le strutture e le amministrazioni offrono garanzie e livelli di efficienza adeguati. Tuttavia si fa presto a parlare di malasanità, ma con altrettanta facilità si dovrebbe parlare di “buonasanità”! Ed è proprio di un caso di buona sanità che voglio parlare……voglio parlare di Enzo, un ragazzo brasiliano, omosessuale, arrivato al nostro Pronto Soccorso in stato di coma, accompagnato da un’amica. Ricoverato nel reparto di Malattie Infettive del nostro ospedale con la diagnosi di “Toxoplasmosi cerebrale” ed “Emiplegia sinistra”. La diagnosi non era delle migliori ed Enzo rimane in coma per circa 15 giorni. Nel frattempo gli viene diagnosticato anche la sieropositività al virus s HIV, che complica ulteriormente il suo quadro clinico! Ricordo perfettamente quei giorni: entrare nella sua camera era la consapevolezza che non ne saremo usciti prima di una buona ora, tante erano le cure di cui aveva bisogno.
HIV E BUONASANITÀ
Enzo, a quei giorni, era un uomo di trent’anni, che improvvisamente era diventato un bambino, bisognoso di attenzioni, cure, medicine che dovevamo somministrare ad ore precise. Era bello Enzo, scuro di carnagione, muscoloso, come tutti coloro che fanno palestra giornalmente, curato nell’aspetto! Era solo Enzo, la famiglia in Brasile non sapeva del suo ricovero e non avevamo i contatti per poterli avvisare. In quel periodo Enzo era entrato a far parte della nostra vita, perché, chi più chi meno, si sentiva un po’ fratello o genitore, di quel ragazzo sfortunato e solo. Man mano che i giorni passavano il fisico balestrato lasciava il posto a un corpo debilitato, molto diverso da quello del suo arrivo. Ma Enzo migliorava e, finalmente, un giorno si è svegliato, facendoci conoscere chi era veramente: un ragazzo simpatico, spesso bisbetico, triste, nostalgico della sua famiglia in Brasile, chiacchierone, peccato non conoscesse l’italiano, come noi del resto il portoghese, era stato, suo malgrado, per strada, in luoghi diversi d’Europa, con il permesso di soggiorno valido solo in Spagna, e aveva vissuto dello sfruttamento del suo corpo, fino all’abbandono di tutti, una volta che la malattia era diventata conclamata e inabilitante. Enzo continuava a migliorare con le cure dei medici, del personale infermieristico, dei fisioterapisti, con la collaborazione dei volontari, dell’Avo e dell’Associazione “La Strada”; era dimissibile, dal reparto di Malattie Infettive, ma dove poteva andare in quelle condizioni? Emiplegico e non autosufficiente? L’Associazione “La Strada” si è attivata e ha chiesto, tramite un progetto di cooperazione internazionale, all’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), che si occupa di assicurare il ritorno assistito e la reintegrazione nel paese di origine, di vittime di tratta, e di altri casi umanitari, con sede a Roma, di prendersi carico delle spese e dell’organizzazione del viaggio di ritorno in Brasile di Enzo. Le trattative con l’OIM e con il Consolato sono state laboriose e complesse, per la spesa elevata, i vari permessi, le condizioni gravi del paziente e per reperire gli accompagnatori, la degenza così si è prolungata per settimane. La spesa ha raggiunto la cifra elevata di 8627 euro di cui 1500 a carico dell’Associazione “La Strada”. Finalmente, risolti tutti i problemi, una mattina Enzo è partito, con un incastro perfetto di ogni suo bisogno, accompagnato da un medico e un infermiere, volontari dell’OIM, che da Grosseto a San Paulo do Brasil hanno reso il suo viaggio più possibile confortevole. Sappiamo per certo che Enzo sta ancora migliorando nel fisico e nella mente. La famiglia lo ha accolto con amore, accettando i suoi problemi e aiutandolo nel suo percorso ancora in salita. Enzo ogni tanto ci telefona e ci ringrazia e noi ci sentiamo gratificati di aver contribuito alla sua rinascita. L’associazione “La Strada” coglie questa opportunità, per ringraziare sentitamente tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri, del Reparto Malattie Infettive, fisioterapisti, il servizio sociale ospedaliero, la signora Arcolini (Assistente sociale) i volontati dell’AVO, dell’Associazione “La Strada” per l’ottimo lavoro di collaborazione svolto.
Oriana Montauti e Marica Casini
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